Un numero elevatissimo di individui adulti soffre di dolori alla schiena, lombari o cervicali, molto più raramente dorsali, spesso irradiati ad un arto inferiore o superiore. Questi dolori sono generalmente causati dall’alterazione di uno o più dischi intervertebrali.
I dischi intervertebrali sono costituiti da uno spesso strato periferico, fibroso e resistente detto “anello fibroso” e da un nucleo centrale acquoso, turgido ed elastico detto “nucleo polposo”.

Dal punto di vista eziologico il dolore alla schiena è essenzialmente dovuto a microtraumi ed a fenomeni degenerativi che si verificano nei dischi intervertebrali per usura ed invecchiamento; tali patologie non si verificano quasi mai nei giovani che hanno dischi intervertebrali perfettamente integri ed elastici, ma dopo la trentina l’anello fibroso comincia a perdere la sua resistenza, può fissurarsi e dare luogo ad un ernia del nucleo polposo. In età più avanzata, il nucleo polposo si disidrata progressivamente e tutto il disco perde elasticità e può schiacciarsi, a questo punto l’anello deborda dai margini dei corpi vertebrali che a loro volta, a causa dei fenomeni artrosici, sono diventati più sporgenti, e a questo punto si parla di discopatia degenerativa o artrosi disco-somatica.
Si può quindi schematicamente ritenere che nell’età adulta possono verificarsi soprattutto ernie discali che producono una compressione acuta, netta e circoscritta delle strutture nervose, mentre nell’età presenile e senile prevalgono i fenomeni dell’artrosi disco-somatica che provocano soltanto un’irritazione meccanica cronica, blanda e diffusa delle stesse strutture nervose.
Parliamo adesso in maniera più specifica del dolore alla schiena e cioè la lombalgia (acuta e cronica) che rappresenta fino al 80-85% dei casi di dolore alla schiena, della cervicalgia (acuta e cronica) che è assai meno frequente e della dorsalgia che è piuttosto rara.
La lombalgia: è comunissima in tutte le età dopo i 25 anni ed in entrambi i sessi. Consiste in un dolore al tratto lombare inferiore o al passaggio lombo-sacrale, talora associato ad irradiazione alla natica o alla faccia posteriore o postero-laterale della coscia (lombo-sciatalgia) o associato ad irradiazione alla faccia antero-interna della coscia (lombo-cruralgia), da uno o da entrambi i lati. La lombalgia viene distinta in lombalgia acuta e lombalgia cronica.
Lombalgia acuta. L’inizio della lombalgia può essere improvviso, senza causa apparente oppure in concomitanza con uno sforzo, generalmente quello di sollevare un peso e consiste in un dolore intenso, talora lancinante, che si accentua con i movimenti ed è alleviato dal riposo e di solito recede nello spazio di 1-3 settimane ma può durare fino a 12 settimane oltre le quali si parla di lombalgia cronica.
Lombalgia cronica. In questo caso la lombalgia insorge gradualmente, il dolore non raggiunge l’intensità della forma acuta, ma non scompare completamente per lunghi periodi di tempo, anche di diversi anni. Questo tipo di lombalgia può seguire ad un inizio acuto e spesso è caratterizzata da numerosi episodi di lombalgia acuta.
Le cause della lombalgia come detto precedentemente sono da ricercarsi nella irritazione meccanica acuta (ernia del disco) o cronica (disco-artrosi) delle strutture nervose della colonna vertebrale; altre condizioni che favoriscono la lombalgia possono essere la cattiva postura dei piedi (piede piatto/pronato, piede cavo/pronato, piede equino per rigidità della muscolatura del tricipite surale) l’insufficienza della muscolatura del tronco, l’obesità, la gravidanza, l’osteoporosi vertebrale e le alterazioni della colonna lombo-sacrale su base congenita (scoliosi, cifosi,spondilolisi e spondilolistesi).
La Cervicalgia: è frequente soprattutto dopo i 40 anni e consiste in un dolore al rachide cervicale, molto spesso irradiato alla nuca (cefalea nucale). Come nel caso della lombalgia si distingue una cervicalgia acuta che spesso insorge in concomitanza con un movimento brusco del collo o con un colpo di freddo e una cervicalgia cronica che può seguire ad un inizio acuto o insorgere subdolamente e talora è caratterizzata da numerosi episodi di acuzie. La cervicalgia così come la lombalgia è causata da un irritazione meccanica delle strutture nervose della colonna vertebrale. Così come nel caso della lombalgia anche nella cervicalgia può esserci un irradiazione del dolore ad un arto, in questo caso un arto superiore, ed in tale caso si parla di cervico-brachialgia che è sempre causata da irritazione o compressione di una radice spinale da parte di un ernia del disco o da fenomeni di disco-artrosi.
Dorsalgia. Il dolore dorsale è il meno frequente, in genere si manifesta in modo acuto, molte volte localizzato e si irradia lungo le arcate costali e influenza spesso la respirazione. Se la zona più colpita è quella fra le scapole, il dolore è evocato nel movimento tipo ‘dell’abbracciare’. Se il dolore è sotto le scapole, si presenta soprattutto nelle rotazioni e nelle flessioni del tronco e la respirazione profonda è limitata.
Diagnosi. La diagnosi si basa prima di tutto sull’esame clinico del paziente ed in un secondo tempo sull’esecuzione di esami strumentali quali la Radiografia (Rx), la Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) e la Tomografia Compiuterizzata (TC) del rachide che forniscono un importantissimo aiuto per la definizione del quadro clinico.
Terapia. Bisogna distinguere fra terapia non chirurgica e terapia chirurgica.
La terapia non chirurgica si basa principalmente su due tipi di trattamento: da una parte il trattamento farmacologico con farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS) e miorilassanti, dall’altra la fisioterapia (Kinesiterapia attiva e passiva, massaggi, rinforzo muscolare, manipolazioni, trazioni, Laser-terapia, TECAR terapia, Ultrasuono-terapia TENS, infrarossi).
Personalmente nelle forme acute tendo ad impostare una terapia basata: 1) sull’uso di un farmaco antiinfiammatorio non steroideo associato ad un miorilassante (farmaco che rilassa la muscolatura) per alcuni giorni, 2) riposo, evitando sforzi come sollevare o trasportare pesi ma incoraggiando il paziente a svolgere le normali attività quotidiane, 3) massaggi decontratturanti ed esercizi di mobilizzazione della colonna (Kinesiterapia attiva e passiva), 4) Laser-terapia o TECAR.
Nelle forme croniche imposto una terapia essenzialmente basata sulla fisioterapia: 1) massaggi decontratturanti, 2) esercizi di mobilizzazione della colonna (Kinesiterapia attiva e passiva) cercando di curare l’elasticità della muscolatura, 3) incoraggiamento all’esercizio fisico (stretching, nuoto, cyclette) o altri sport che non sovraccarichino la colonna, 4) Laser-terapia.
La terapia chirurgica deve essere presa in considerazione quando esistono segni clinici di compressione di una radice spinale; quando la cura incruenta non è efficace ed il dolore continua in maniera intensa per più di 3 mesi ed è insensibile anche all’uso di farmaci stupefacenti; quando gli attacchi dolorosi si ripetono molto spesso o se clinicamente si osserva una paralisi progressiva dei muscoli di una gamba o di un braccio.